Via libera unanime al bilancio di previsione 2026 di Acer Reggio Emilia. La Conferenza degli Enti, che si è riunita oggi a Palazzo Allende sotto la presidenza della sindaca di Cavriago Francesca Bedogni, ha approvato lo stanziamento di risorse che superano i 10 milioni di euro. Chiuso in pareggio e con un incremento di un milione di euro rispetto all’esercizio precedente, il bilancio di previsione delinea una strategia centrata sulla coesione sociale e sull’evoluzione dei servizi.

Il 2026 con l’avvio del programma regionale da 300 milioni di euro, destinati al recupero del patrimonio sfitto, sarà un anno decisamente importante. Il bilancio di previsione presentato dall’Azienda Casa reggiana stanzia inoltre 1,5 milioni di euro per la manutenzione ordinaria degli immobili pubblici.

Il patrimonio immobiliare gestito da Acer Reggio Emilia conta 5.217 appartamenti in 23 comuni della provincia di Reggio. 4.304 sono alloggi Erp (Edilizia Residenziale Pubblica, a canone sociale), 4.182 di proprietà comunale, 114 appartengono ad Acer e 8 a privati. Gli alloggi Ers (Edilizia Residenziale Sociale, a canone calmierato), in tutto 806, sono così ripartiti: 427 a proprietà comunale o di altri soggetti pubblici, 63 appartamenti appartengono ad Acer e 217 a privati. Gli alloggi destinati ad accogliere gli studenti sono 54 e garantiscono oltre 100 posti letto. Completano i conti altri 53 alloggi adibiti a vari utilizzi.

Il contesto socio-economico attuale restituisce uno scenario che vede duramente colpiti non solo famiglie e soggetti economicamente fragili, ma anche le categorie essenziali per la nostra comunità (operatori sanitari, educatori, autisti, forze dell’ordine), creando il paradosso secondo cui il lavoro non garantisce più il diritto alla casa.

Di fronte a questa emergenza, ACER si pone come facilitatore e garante. Per supportare l’incrocio tra domanda e offerta di affitto a canone concordato la prima linea di intervento riguarda il cosiddetto Patto per la Casa, lo strumento di agevolazione predisposto dalla Regione Emilia-Romagna che interessa ad oggi 251 appartamenti privati di cui Acer è ente gestore. Il Patto, che sostituirà progressivamente il vecchio Agenzia per l’affitto, offre garanzie concrete a copertura dei rischi tipici della locazione. Il fondo regionale copre eventuali morosità, prevede fondi dedicati a piccoli interventi di manutenzione e per le attività tecnico-amministrative. Inoltre, presenta concreti vantaggi per gli inquilini che non saranno tenuti al deposito cauzionale e avranno la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto per la riduzione del canone.

Un’azione prioritaria per il 2026 sarà la revisione della morosità storica che ha raggiunto i 16 milioni di euro (con un fondo svalutazione crediti già accantonato di circa 10 milioni) – dati bilancio 2024. Esperite tutte le procedure di recupero, sarà necessaria un’operazione di “pulizia” dei crediti ormai inesigibili, spesso frutto di una crisi economica oggettiva delle famiglie inquiline, aggravate dall’impennata dei costi delle utenze dal 2022.

La progressione della morosità storica evidenzia come la situazione si sia pesantemente aggravata a partire dalla pandemia da Covid-19.

In sostanziale continuità con gli anni precedenti il piano dei rinnovi delle convenzioni: nel 2026 saranno 8 per la gestione degli alloggi pubblici, tra questi anche quello con il Comune di Reggio, e altrettanti nell’anno successivo.

Il Cda di Acer ha condiviso l’impegno per un’ampia esplorazione delle nuove frontiere dell’abitare in grado di promuovere formule abitative evolute e rispondere ai nuovi bisogni demografici e relazionali della comunità.
Nell’ottica di semplificazione e vicinanza al cittadino, si inserisce l’obiettivo prioritario di attivare uno Sportello unico per l’abitare. Questa nuova interfaccia integrata intende aggregare in un solo punto di accesso i servizi relativi all’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), a quella Sociale (ERS) e all’Agenzia per l’affitto, superando la frammentazione attuale. Grazie a questo strumento, cittadine e cittadini potranno orientarsi con maggiore facilità, senza dover passare da uno sportello all’altro, trovando in un unico luogo tutte le informazioni e i servizi necessari. Non meno rilevante sarà il fronte della legalità, dove il coordinamento stretto con le Polizie Locali e le Forze dell’Ordine, potrà garantire un contrasto efficace alle occupazioni abusive e una maggiore sicurezza nei quartieri.

Il modello operativo prevede il coinvolgimento di istituzioni, privati, terzo settore e cittadinanza, strutturato attraverso tavoli di concertazione dedicati. Spazi di confronto che permetteranno di gestire in modo condiviso passaggi cruciali come il rinnovo degli accordi sui canoni concordati, la definizione delle convenzioni ERS e l’aggiornamento delle politiche abitative generali, assicurando un dialogo costante tra l’Amministrazione, l’Azienda, i sindacati e le associazioni di proprietari e datori di lavoro.

“Le difficoltà dei cittadini ad accedere ad una casa dignitosa a costi sostenibili – ha detto la presidente della Conferenza degli Enti, Francesca Bedogni – è ormai lo specchio di un sistema di diseguaglianze radicate che non può essere accettato come ineluttabile. Abbiamo bisogno di sguardi nuovi e nuove soluzioni capaci di intervenire sul sistema abitativo nel suo complesso, mercato privato, alloggi a canone calmierato, alloggi popolari, che garantiscano equità, giustizia sociale ma anche legalità. Per farlo c’è bisogno di costruire alleanze istituzionali forti tra Stato, Regione, Provincia e Comuni e di ricostruire una fiducia sociale diffusa: in questo senso, ben vengano anche strumenti di garanzia per i locatori, perché solo così si può rafforzare l’intero sistema dell’abitare. Ci vuole il coraggio di abbandonare slogan ed annunci per costruire azioni concrete e condivise a beneficio delle famiglie, perché la casa è un elemento fondamentale per la costruzione del benessere, della serenità e dell’identità delle persone”.

“Il 2026 – ha detto il presidente di Acer Federico Amico – non sarà solo un anno di gestione ordinaria, ma l’anno in cui si concretizzeranno nuovi strumenti per affrontare le urgenze dell’abitare. L’impennata dei costi di mercato per affitti e acquisti si scontra con la stagnazione dei salari rendendo l’alloggio inaccessibile anche per chi lavora. Il dato è allarmante: per essere sostenibile, l’incidenza dell’affitto non dovrebbe superare il 25-30% del reddito, una soglia oggi ampiamente valicata nel libero mercato. Di fronte a questa emergenza vogliamo porci come facilitatore e garante per costruire alleanze larghe nel rispondere alla crisi dell’abitare”.